Plastico FIMF - Progetto
In sostanza nelle fasi preliminari di progetto vengono prese in considerazione tre possibili ipotesi:
• Plastico modulare a norme autodefinite
• Plastico modulare a norme FREMO (Freundeskreis Europäischer Modellbahner)
• Plastico modulare a norme FIMF (Federazione Italiana Modellisti Ferroviari)
La prima possibilità ha il vantaggio di essere perfettamente adattabile alle esigenze ma paga l’assoluta incompatibilità con altri sistemi modulari e di conseguenza rende impossibile un eventuale futuro interfacciamento del plastico CMP con plastici di altre associazioni.
Il plastico a norma FREMO è costruttivamente interessante ma esso è mirato a realizzazioni PaP (Punto-a-Punto) ed in configurazione digitale, quindi non rispondente alle prioritarie esigenze di semplicità di esercizio che ci siamo imposti.
La scelta definitiva di progetto va a vantaggio della terza soluzione. Nonostante la modularità FIMF sia piuttosto stringente e limitativa nei confronti della scenografia applicabile (la testata standard costringe di fatto a realizzare linee di pianura), ha comunque dalla sua una grande diffusione in Italia (i plastici di molte associazioni si attengono ad essa) risultando quindi essere una norma ampiamente collaudata e, inoltre, è rispondente ai requisiti di semplicità e leggerezza definiti.
Modulo FIMF – norme meccaniche
Il modulo FIMF può avere lunghezza base pari a multipli di 600 mm. La profondità standard è di 600 mm anche se è possibile realizzare moduli a profondità ridotta (450 mm) oppure estesa (750 mm). La normativa prevede che la linea ferroviaria riprodotta sia a doppio binario con interbinario pari a 50 mm e con la mezzeria del binario più esterno (lato osservatore) a 100 mm dal bordo del modulo. Una linea facoltativa a semplice binario è prevista ma non obbligatoria. La normativa prevede altresì l’altezza complessiva del modulo escluso il piano superiore (150 mm), l’altezza totale del gruppo formato da pannello superiore-massicciata-binario che è quantificata in 16,5 mm (con riferimento superiore dato dal piano del ferro), le quote dei fori di interconnessione meccanica delle testate ed, infine, l’altezza del piano del ferro rispetto al suolo (1010 mm).
Adattamento del modulo standard alle esigenze CMP
Per prima cosa abbiamo scelto la lunghezza ottimale dei moduli che è risultata essere di 1200 mm.
Tale lunghezza consente una facile maneggevolezza anche da parte di un solo operatore e consente di avere la possibilità di trasportare una coppia di moduli utilizzando praticamente qualsiasi automobile. La profondità scelta risulta quella standard da 600 mm.
La seconda scelta è stata nel ignorare la linea secondaria facoltativa. Nei moduli CMP essa non sarà presente.
Le scelte dimensionali sono state affrontate considerando i nostri requisiti base, ovvero maggior contenimento possibile della profondità totale dell’impianto e semplicità di esercizio.
Le norme definiscono sia i moduli rettilinei che eventuali moduli in curva. Per quanto riguarda, invece, i cosiddetti "cappi di ritorno" (ovvero quegli anelli di binari che consentono la chiusura dell'impianto ad ovale in configurazione cosiddetta ad "osso di cane") le norme lasciano abbastanza libertà. la stessa libertà interpretativa è lasciata anche per eventuali moduli "tecnici" o "stazioni ombra" che consentono agli operatori di inserire e levare convogli dalla circolazione.
Tutte le associazioni che utilizzano lo standard FIMF hanno elaborato le proprie varianti meccanicamente ed elettricamente compatibili ai moduli standard al fine di ottenere soluzioni di tracciato differenti e adatte alle proprie necessità. Anche noi al CMP, dopo avere preso in esame diverse ipotesi si è optato per una soluzione personalizzata, ibrida ma funzionale.
Si è deciso di costruire una doppia coppia di pannelli con dimensioni a standard FIMF affiancabili longitudinalmente al fine di ottenere, quando assemblati, un piano quadrato di 1200 x 1200 mm sul quale tracciare le curve di ritorno.
Si è altresì deciso di associare ad ogni modulo standard un moduletto aggiuntivo posteriore sul quale potrà trovare spazio il binario di ritorno nascosto e la stazione ombra. Tale soluzione consente di ottenere un ovale di dimensioni contenute in larghezza (600 mm del modulo standard + 300 mm del modulo aggiuntivo), una discreta flessibilità di assemblaggio e una buona semplificazione del traffico ferroviario d’esercizio. Si è anche deciso che tale configurazione, che consente di partire subito con un impianto di dimensioni piuttosto contenute, verrà poi rivisto nella successiva "Fase II" quando si potrà disporre di un maggiore numero di moduli e di un sistema di blocco automatico.
Materiali
I moduli sono realizzati in legno compensato di pioppo di spessore di 8 mm come consigliato dalla normativa e sono stati tagliati con tolleranza minima.
L’assemblaggio delle cornici e del piano superiore è stato fatto con colla vinilica e viti di rinforzo. La struttura così realizzata ha già una buona resistenza torsionale ma si è comunque provveduto ad applicare alcune costole di irrigidimento per migliorarla ulteriormente.
Le gambe di supporto dei moduli e le apposite staffe ad asola sono state realizzate in ferro zincato e sono dotate di un bullone come piedino in modo da poter regolare l’altezza in un range di più o meno 20 mm. Si è deciso di dotare tutti i moduli di 4 gambe per avere maggiore stabilità anche se teoricamente sarebbero state sufficienti due gambe per modulo (in quanto i moduli solidali l’uno all’altro grazie a 3 bulloni UNI 8mm che uniscono le testate affacciate).
I moduli aggiuntivi posteriori sono dotati di due sole gambe (lato operatore) e sono agganciati meccanicamente sulla cintura laterale dei moduli FIMF. Il posizionamento dei binari e la foratura delle testate avviene attraverso l'uso di un'apposita dima in acciaio.
L’armamento scelto è il Fleischmann Profi dotato di massicciata. È stato scelto in quanto rispondente a criteri di alta affidabilità, resistenza a condizioni ambientali non ottimali e grande semplicità nella geometria. I deviatoi sono di tipo elettrico e verranno comandati da un’apposito consolle posta sulla fiancata lato operatore del modulo aggiuntivo centrale della stazione ombra.
L’impianto elettrico è confacente alla normativa FIMF anche se si prevederà in futuro un’integrazione con altri sistemi elettronici di automatismo.
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